venerdì 22 luglio 2016

Yerevan



Città crocevia di culture dell’Est e dell’Ovest, nata nell’impero Urartiano e invasa nei secoli da arabi e russi, Yerevan si presenta oggi come una città cosmopolita fiera del suo passato e con uno sguardo proiettato al futuro. Piazza della Repubblica, oltre che essere il fulcro della vita politica e sociale del paese, con le sue fontane danzanti e i suoi bei palazzi  è forse l’attrazione più bella della città.



La Cascata, una lunga scalinata che risale il fianco della collina, ci ricorda invece il suo passato sovietico rimasto solo nell’architettura squadrata e imponente che doveva dimostrare tutta la grandezza dell’impero. Come quest’ultimo è però rimasta incompiuta e ad oggi trasformata grazie alla collocazione di opere d’arte di autori contemporanei e alla creazione al suo interno di varie gallerie d’arte. Dall’alto della collina lo sguardo di Madre Armenia è teso a difendersi dall’ultimo invasore: la Turchia.







Poco fuori città sorge invece il museo e il monumento commemorativo a quello che è stato il primo genocidio del XX secolo. Mentre camminiamo nei lunghi corridoi che spiegano come il morente impero ottomano trovò nella ricca cultura degli Armeni il nemico interno all’islamizzazione della popolazione, pensiamo a quante analogie ci sono tra questa tragedia e la Shoa. “Chi si ricorda del genocidio degli Armeni?” come disse Hitler nel 1939 per convincere i suoi che il piano di sterminio degli ebrei poteva funzionare; ed è quello che pensiamo anche noi che solo oggi conosciamo meglio la realtà di questa storia ignorata e poi dimenticata da un’ Europa che l’ha scoperta e riconosciuta davvero troppo tardi.



Le cose più belle di Yerevan rimangono però il calore e la voglia di conoscerci dei suoi abitanti, la cultura popolare che rivive in un ballo tipico eseguito per strada da due giovani donne e un anziano accompagnate da tre semplici strumenti e lo stupore negli occhi dei bambini incantati di fronte allo spettacolo delle fontane danzanti.



Da Yerevan è facile raggiungere Echmiadzin, la santa sede della chiesa armena, luogo dove si dice che San Grergorio costruì la prima chiesa.


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