Il monastero di Ghegard si trova alla fine di un Canyon
lungo 9 chilometri. Si dice che in tale monastero è stata custodita la lancia
con cui venne trafitto il costato di Cristo, prima di essere trasferita a
Echmiadzin. Ci hanno colpito le cappelle e le grotte in cui vivevano i monaci
interamente scavate nella roccia, soprattutto per le loro piccole dimensioni e
la poca luce filtrante che rendono bene l’idea della vita di privazioni degli
stessi.
Fede e credenze popolari si incontrano in questo monastero dove i
pellegrini oltre che per pregare vengono a
lanciare piccole pietre in fessure nel muro o legano nastri di stoffa
agli alberi sperando di esaudire così i propri desideri, e si bagnano con una
sorgente che dicono regalare alla pelle una giovinezza eterna.
Lungo la strada di ritorno a Yerevan ci fermiamo al tempio di Garni unico esempio rimasto nel Caucaso di tempio ellenico ricostruito, dedicato al dio Mitra. Quasi un miraggio trovarsi di fronte ad un’architettura a noi così familiare in questo territorio dove per via delle successive ondate di invasori non è rimasto niente di cultura classica. Accanto al tempio terme romane ed i resti del palazzo che l’imperatore Tiridate fece costruire come sua residenze estiva.
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