mercoledì 13 luglio 2016

Il Kakheti


Il cupo cielo della mattina è un’introduzione perfetta ad una tappa che doveva essere semplice e veloce e che si trasformerà in un tragitto infinito. Appena svoltiamo poco dopo Ananuri per imboccare la strada che ci dovrebbe condurre nel Kakheti tagliando Tbilisi, capiamo che non sarà tutto così facile e dopo pochi chilometri ci vediamo costretti a tornare indietro per via dell’interruzione dell’asfalto e del cattivo tempo. Poco prima di Tbilisi imbocchiamo quella che dovrebbe essere la tangenziale nord. Impieghiamo circa un’ora a compiere i suoi 30 chilometri per via delle tante parti sterrate e dell’innumerevole presenza dei tir; il tutto sempre sotto una pioggia battente. A 80 chilometri dalla nostra meta, quando la strada sembrava scorrere più veloce, e ci eravamo illusi di essere quasi arrivati, ci troviamo a salire verso il passo Gombori a 1600 metri. La strada, che al ritorno sotto un cielo sereno si rivelerà bellissima con panorami incredibili sui monti circostanti, all’andata, sotto la pioggia, sembra toglierci la speranza di arrivare prima di buio. Come un miraggio appare il Kakheti con le sue pianure ed i suoi vigneti e l’azienda vinicola che ci avrà suoi ospiti.



Per fortuna spunta anche il sole e nel pomeriggio riusciamo a visitare i monumenti disseminati nei dintorni.





Il vero motivo che ci ha spinto in questa regione è però il vino. Il vino georgiano nasce da una tradizione di oltre 7000 anni e le aziende vinicole utilizzano ancora oggi il metodo di produzione tradizionale mediante i “qvevri” anfore interrate in cui il vino viene fatto fermentare.

La nostra degustazione comprende Rkatsiteli,vino bianco secco con 12°, e due rossi di vitigno Saperavi uno più secco e dal sapore intenso e l’altro semi dolce, davvero ottimo per accompagnare i desserts. Il tutto servito con un’ottima cena a base di “mtsvadi”, spiedini di pollo e maiale e squisite verdure grigliate. Mentre cenavamo abbiamo avuto la fortuna di osservare come vengono sigillate le anfore che contengono il vino da fermentare con l’argilla e un coperchio di vetro a sua volta ricoperta da sabbia per evitare filtraggi di luce.

Il nostro giudizio della degustazione è di aver potuto assaggiare ottimi vini, anche se rimane il rammarico di non aver potuto portarne a casa nemmeno una bottiglia.





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