mercoledì 6 luglio 2016

Mestia e lo Svaneti

Lasciamo l'umida e calda Batumi mentre la città ancora dorme per iniziare a seguire la strada che ci porterà alla scoperta dello Svaneti, una delle regioni dell'alto Caucaso. Dai primi chilometri possiamo già intuire quanto gli spostamenti si faranno più lenti in Georgia con statali che attraversano piccole città, mucche che pascolano lungo la strada e auto la cui guida deve far mantenere alto il livello di attenzione.
Appena la strada inizia a salire si intravedono i primi scorci sulle alte vette innevate; gli ultimi 50 chilometri che ci separano da Mestia scorrono lenti, ma allo stesso tempo piacevoli aggirando monti e atraversando la valle scavata da fiumi impetuosi. Pastori che guidano mandrie bovine e bambini salutano al nostro passaggio in una nazione dove sembrano non esistere motociclette.
Mestia con le sue "koshki", torri difensive, ci appare all'orizzonte e sarà la nostra base per l'esplorazione di questa zona. Dopo aver visitato il bel museo di storia regionale, passiamo il pomeriggio tra forni e piccole botteghe per procurarci il necessario per i due giorni successivi.




La guest house che ci ospita è piccola e accogliente e le cene preparate da Rosa hanno il sapore tipico di montagna e vengono condivise ad una tavola comune. Conosciamo tra gli altri un iraniano aperto e voglioso di  fare amicizia, che con le sue parole ci suggerisce nuove mete future ed una coppia di Giapponesi che passerà un mese in Georgia.
Per tutto l'inverno Francesco ha cercato di migliorare la sua guida in fuoristrada sapendo che alcuni dei paesaggi  più belli del Caucaso potevano essere raggiunti solo tramite sterrate. Il primo vero esame è quello di provare a raggiungere Usghuli seguendo per circa 40 chilometri una strada che inizialmente raggiunge un passo a circa 2000 metrie  segue poi  il fiume in una valle incontaminata. Se stratti tornanti, elevate pendenze e piccoli guadi non ci hanno creato grandi problemi, ci ha pensato il fango a farci fare un paio di scivolate per fortuna prive di conseguenze. La vista di Usghuli circondata dal verde intenso dei prati, lambita dal celeste del fiume e con lo sfondo dei monti innevati ci regala un quadro di altri tempi che sarebbe stato difficile da immaginare.






Il secondo giorno lasciamo la moto a riposare  e seguendo un ripido sentiero nella foresta di conifere raggiungiamo di laghi Koruldi a 2800 metri dove la primavera sembra essere appena arrivata e la neve che ricopre i laghi sta iniziando a sciogliersi. Il riflesso delle vette sugli specchi d'acqua ancora più unico e spettacolare.



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