Percorriamo la strada di montagna attraversando i villaggi
russi di Lermontovo e Fioletovo in un paesaggio di pascoli di altura sopra i
2000 metri. Arrivati a Dilijian abbiamo un’altra prova dell’ospitalità del
popolo armeno. Tra chi ci fa telefonare alla guest house e chi ci indica la
strada per arrivarci dopo che avevamo tentato di percorrere una sassosa salita
rivelatasi poi senza uscita,caricando in macchina Serena ed aiutando Francesco
a spostare la moto.
L’ambiente circostante è caratterizzato da alte montagne
verdeggianti da cui spunta però una coltre di nubi minacciosa. Visitiamo Jukhtakvank
e il piccolo centro storico, con una sosta al market dove veniamo circondati da
bambini ed adulti curiosi nel vedere una moto come la nostra in paese.
Cerchiamo di accontentare qualche banbino/a che vuole una foto in sella alla
nostra Africa. Prima di tornare a casa saliamo fino al monumento sovietico per
i caduti della II guerra mondiale, un’enorme statua argentea di un soldato che
trasporta un compagno morente. Un anziano che passeggia nei dintorni rende ancora più triste questo ricordo ad una
parte di storia che sembra voler essere dimenticata da tutti.
Appena il tempo
di tornare alla guest house e si scatena il finimondo con chicchi di grandine
grandi come palline da ping pong.
La mattina seguente il tempo lascia poche speranze e
passiamo il tempo tra lavatrici, riposo e studio delle prossime tappe. La
nostra attesa sarà ripagata da un pomeriggio di sole che ci permetterà di
visitare Haghartsin e Goshavank da cui effettueremo un’escursione a piedi per
ammirare bellissimi paesaggi
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