Quando abbiamo
pensato al nostro viaggio l’occhio è caduto subito sulla poca distanza che
separa la costa turca dall’isola di Cipro. Ancora inconsapevoli dei problemi
burocratici che affliggono chi vuole arrivare sull’isola con un mezzo proprio
abbiamo subito deciso questa poteva essere la volta buona per visitarla. Come
noto l’isola è ancora divisa in due parti; a sud la Repubblica di Cipro che fa
parte dell’Unione Europea, a nord la parte occupata dalla Turchia chiamata
“Repubblica turca di Cipro del Nord” non riconosciuta da nessuno. Prendendo il
traghetto dalla costa turca sbarcando a Girne, nel nord, si è obbligati ad
uscire solamente da tale parte. Abbiamo quindi dovuto costruire un itinerario
che prevedesse il ritorno in Turchia fino alla costa Egea, per poi imbarcarci
verso la Grecia, escludendo la nostra prima ipotesi di tornare verso Atene
direttamente da Cipro.
Al porto di Tusucu ci imbarchiamo
dopo aver sbrigato tutte le formalità di frontiera previste dall’uscita della
Turchia; le stesse formalità ci sono toccate allo sbarco a Girne la mattina
seguente, per essere ammessi in uno stato che di fatto non esiste. Capiremo
soggiornando sull’isola come la pensano i ciprioti.
Girne e il litorale vicino si
rivelano un susseguirsi di spiagge a pagamento occupate da enormi resort che hanno
tragicamente cambiato la bellezza naturale della costa. Masse di turisti russi
e inglesi cancellano le nostre aspettative di trovare spiagge per lo più
incontaminate e libere. Solo a sera riusciremo a godere di un bagno
rinfrescante insieme ai turco ciprioti, in una piccola baia indicataci da un
abitante del posto.
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